Il diritto di ricorso delle associazioni è utile e produttivo

 

Le associazioni per la protezione dell'ambiente e della natura respingono le critiche mosse al diritto di ricorso delle associazioni. Il vero problema non è il diritto di ricorso delle associazioni, ma la mancanza di coordinazione fra diritto ambientale e pianificazione del territorio a livello di Confederazione, la prassi del "laissez-faire" in singoli Cantoni e Comuni, nonché la mancanza di termini procedurali per le autorità e i tribunali. Le associazioni ambientaliste chiedono pertanto una pianificazione più attiva da parte della Confederazione e l'introduzione di termini di disbrigo per le autorità e i tribunali. Per evitare l'insorgere di conflitti, chiedono maggior coordinamento delle legislazioni edilizie cantonali e l'inserimento del diritto di ricorso delle associazioni nella legge sulla pianificazione del territorio per i progetti EIA (Esame d’impatto ambientale). Andrebbe anche esaminata l'introduzione di un esame ambientale a livello strategico (EAS).

Le undici associazioni che operano per la protezione dell'ambiente e della natura non hanno dubbi: nella sostanza, il diritto di ricorso delle associazioni non va modificato. Si tratta di uno strumento efficace e importante per una tutela equilibrata dei diversi interessi. Uno smantellamento di tale diritto è controproducente e viola il mandato costituzionale a favore di uno sviluppo sostenibile. Le associazioni ambientaliste ricordano che, nel solo periodo fra il 1972 e il 1997, sotto strade, insediamenti e aree di svago è scomparsa una superficie pari a quella del canton Sciaffusa e che i valori limite d'immissione di ossidi di azoto, polveri fini e ozono non vengono rispettati. La responsabilità è in parte da ascriversi alle infrastrutture che attirano molto traffico, come ad esempio i grandi centri commerciali. Il diritto di ricorso delle associazioni acquista rilevanza solo quando tutti gli altri strumenti di pianificazione volti a prevenire una crescita sconsiderata e la distruzione dell'ambiente hanno fallito. Raimund Rodewald della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e François Turrian dell'Associazione svizzera per la protezione degli uccelli confermano con esempi dalla Svizzera tedesca e romanda che "senza il diritto di ricorso delle associazioni numerose cartoline dovrebbero essere ristampate." I veri problemi Il problema non è il diritto di ricorso delle associazioni, ma la mancanza di coordinazione fra diritto ambientale e pianificazione del territorio a livello di Confederazione, nonché i tempi lunghi delle procedure amminsitrative e giudiziarie. Beat Jans di Pro Natura è ancora più esplicito: "Dietro le critiche nei confronti del diritto di ricorso delle associazioni si cela la carenza pianificatoria dei Comuni, delle autorità e dei Cantoni". Egli respinge l'affermazione secondo cui il diritto di ricorso delle associazioni costituisca un freno allo sviluppo economico: un influsso quantificabile del diritto di ricorso delle associazioni sull'attività edilizia non è appurabile. Le associazioni ambientaliste concordano sul fatto che un coordinamento più efficace fra pianificazione del territorio e protezione dell'ambiente a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni eviterebbe l'insorgere di conflitti. Sono convinte che l'UFAFP e l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) allentino troppo le redini e che singoli Cantoni e Comuni siano propensi a "lasciar fare" nell’intento di favorire le proprie piazze economiche. Questa politica crea spazio per conflitti e causa difficoltà anche agli investitori. Le associazioni ambientaliste invitano pertanto la Confederazione, i Cantoni e i Comuni a creare le premesse affinché i requisiti ambientali vengano applicati con coerenza già in fase di pianificazione. Chiedono pertanto alla Confederazione di provvedere a un coordinamento attivo fra diritto ambientale e pianificazione del territorio e all'introduzione di termini procedurali per le autorità e i tribunali. Per evitare l'insorgere di conflitti, chiedono l'unificazione delle legislazioni edilizie cantonali e l'inserimento del diritto di ricorso delle associazioni per i progetti EIA nella legge sulla pianificazione del territorio. Andrebbe inoltre esaminata l'introduzione di un esame ambientale a livello strategico (EAS). Le associazioni ambientaliste sono anche pronte a considerare l'introduzione di standard di qualità per l'esercizio del diritto di ricorso delle associazioni. Ciò contribuirebbe a invalidare le accuse di abuso. Le associazioni prendono sul serio le critiche mosse nei confronti del loro operato e, indipendente dal dibattito politico, sono costantemente impegnate a migliorare la gestione interna delle proprie attività di ricorso. Principi chiari in materia di soldi Per poter reagire in futuro con maggior prontezza alle accuse di corruzione, le undici organizzazioni con diritto di ricorso si sono date un codice deontologico in materia di diritto di ricorso delle associazioni. Questo codice, liberamente consultabile, poggia su cinque principi fondamentali ed esclude ad esempio le clausole di segretezza nella stipula di accordi. Le associazioni mirano alla massima trasparenza. Per ulteriori domande rivolgersi a Francesco Maggi, WWF, 091 820 60 00 o Werner Herger, ATA, 091 826 40 88, Beat Jans, Pro Natura, 061 317 92 22.

 

Aqua Viva, Archäologie Schweiz, Ärztinnen und Ärzte für Umweltschutz, Alpen-Initiative, Equiterre, Greenpeace, Greina-Stiftung, Helvetia Nostra/Fondation Franz Weber, Mountain Wilderness, Naturfreunde Schweiz, Praktischer Umweltschutz Schweiz, Pro Natura, Rheinaubund, SAC-Schweizer Alpenclub, Schweizerische Energie-Stiftung, Schweizerischer Fischerei-Verband, Schweizerische Gesellschaft für Höhlenforschung, Schweizer Heimatschutz, Schweizer Wanderwege SAW, Stiftung Landschaftsschutz Schweiz, SVS/BirdLife Schweiz, VCS Schweiz, WWF.